sabato 30 agosto 2008

cosi' parlò zarathustra



Usbekistan 2008


... lasciate che i cammelli vengano a me! Franca

mercoledì 27 agosto 2008

lunga vita........

Eccoci amici....le parole di Luca ben sintetizzano i sentimenti che ancora mi accompagnano in questi giorni. Inauguro la sequela del blog...sperandoche continui a vivere....a presto

sabato 23 agosto 2008

Cercando la luna...


Voci invisibili del deserto cantano musiche antiche di vecchi "tramonti di pietra tra strade di fango". Colori di fuoco illuminano il caldo delle vie. Indifese. Khiva non dorme la notte. Nasce da dietro la semplicità di un sorriso innocente. Naturalezza occidentale ormai perduta. Soavi ombre disegnano sulla terra uzbeka un niente disarmante. L'odore malsano e tiranno della civiltà tace da sempre. Assopito sotto cumuli di storia. Nel bene e nel male. L'orma dell'inganno dell'ovest s'è poggiata lieve sulla sabbia e un'impercettibile senso di smarrimento pervade l'occhio alla miseria che si staglia fino all'orizzonte. Senza sosta preserva da millenni la pura verità di un popolo che sembra non sentire la necessità di importare un modello sociale appariscente, ma fallace. Eppure non si ode disagio. Una sottile melanconia scorta da dietro il giallo della sabbia che scotta, suggerisce a bassa voce che non è detto sia un male il vuoto del progresso se nell'animo di chi vive in un'evidente povertà brucia ancora la ricchezza della spiritualità. Nostro desiderio effimero e ormai sogno dimenticato. Così il giudizio non parla. Ammutolito volta le spalle e ritorna alla dogana. Qui non serve. Profumi di lunghi silenzi isolano la mente e depongono nell'inutilità il futile del paese da cui si viene. Identità massiccia di un popolo che conta centinaia di etnie. Condivisione possibile e conservata in quasi tre millenni. Non senza spargimenti di sangue. Sacrificio necessario. L'aria dei ricordi mongoli, turchi o russi respira viva dai minareti di Bukhara e Samarcanda e riscalda di bianco quella palla notturna che dall'alto del cielo rischiara l'idea di infinito disegnata sulla moschea del Registan. Così, il buio perfetto dell'oriente mistico, che non sono riuscito a portare così uguale nel mio letto di Roma, socchiude delicatamente il mio sguardo di notte, cercando ancora quella luna...